Si prova una strana sensazione a dover descrivere qualcosa quando le parole per farlo... non esistono. Bisogna andare a scavare nel cervello, cercare di capire quanto più possibile quello che si ha di fronte, in questo caso un'opera d'arte, creare neologismi. In quest'ultimo caso ci vengono incontro gli stessi Aarni, che, evidentemente resisi conto della stravagante unicità della loro musica, hanno coniato definizioni come: Avantgarde mooD Musick; Almost orthodox doom metallish Lovecraftian-Jungian Kalevala avant-garde music; Chtonic Hybrid Musick. Roba delicata quella degli Aarni, che come le droghe psicotrope è doveroso assumere con una certa predisposizione, in determinati stati d'animo e in luoghi sicuri e familiari, pena un pauroso bad trip. Bathos è questo, una droga naturale che riesce ad insinuarsi nelle più recondite cellule nervose, quelle che solitamente nemmeno sono utilizzate e che vengono stuzzicate solo in casi particolari. Bathos è un composto formato da doom, folk, prog, ambient, psych, jazz, blues, flamenco e musica mediorientale. Bathos è commovente, paranoico, estraniante, arcano, bizzarro, suggestivo, altro. In Bathos melodie oblique e trasversali trovano un punto in comune nello spazio di un'altra dimensione. I testi in inglese e latino sono inaccessibili, le linee vocali filtrate, monotone e spiazzanti, i riff assurdi e aritmici. I temi delle liriche sono incentrati su: tradizione folcloristica Finlandese, sciamanismo, magia, alchimia, occultismo, cospirazioni politiche. Poco spazio alla consuetudine, qui si ha il coraggio di creare qualcosa di unico, trascendendo e rovesciando gli schemi, la realtà e la lingua (scovate gli astrusi giochi di parole in "Quinotaurus (Twelve Stars In Sight)"). Il bello è che tutto questo - inevitabilmente, se ci si pensa - è opera di un solo uomo: Markus "Master Warjomaa" Marjomaa. La cui mente malata ed allucinata ha concepito anche un delirante booklet zeppo di (auto)ironia a rendere l'opera ancor più grandiosa, geniale e diabolica, già di per sé più profonda e complessa di quanto ci si possa figurare e che non smette mai di sorprendere. Da studiare a fondo.
Alla fine, ectoplasmi, vaghiamo stremati nell'universo.
95/100
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